Il cielo d’Irlanda

Il cielo d’Irlanda è un oceano di nuvole e luce, il cielo d’Irlanda è un tappeto che corre veloce.”. Così cantava Fiorella Mannoia in uno dei suoi maggiori successi e ad essere sincero dopo che  ho avuto la fortuna di vederlo questo cielo devo dire che effettivamente è così. L’Irlanda è una terra magica che ti conquista al primo sguardo,  la gente è ospitale e ti salutano ad ogni ora del giorno e della notte anche se non ti hanno mai visto prima. Molti diranno che sono solo stereotipi, no è la verità. La città presa in esame è Cork ovvero la seconda città per importanza della Repubblica di Irlanda (la parte meridionale dell’isola) citta che sorge sulla foce del fiume Lee e nel periodo delle lotte per l’indipendenza dal Regno Unito era la città più ribelle dell’intera isola tanto da prendersi l’appellativo di  “Rebel City”.Il sentimento anti-britannico negli ultimi anni si è attenuato soprattutto nelle nuove generazioni che altresì vedono nei calciatori di squadre inglesi come il Manchester United o il Liverpool  miti nei quali riconoscersi. Sono proprio i giovani l’elemento di speranza per l’Irlanda per uscire dalla crisi economica. Parlando di giovani non si può non parlare del sistema universitario irlandese, radicalmente diverso dal nostro, e l’università di Cork ne è un fulgido esempio basti pensare che al suo interno ha ben 2 pub aperti fino alle 24, una biblioteca aperta anch’essa fino alle 24, in questo modo il campus può essere vissuto appieno dagli studenti i quali possono rimanere anche dopo le lezioni. Certo sono piccole cose ma che hanno colpito quegli studenti italiani in Erasmus a Cork. Molti di loro si sono integrati a tal punto da rimanere a vivere li, altri vorrebbero farlo ma non hanno possibilità economiche, ma tutti chiedono le ultime notizie sulla situazione politica,” Che si dice in Italia?” “Ma alla fine cade il governo?”  oltre alla politica le principali domande riguardano il calcio  e le “liti” sono le stesse,  gli sfottò valicano senza problemi la manica.  Le sensazioni che ho provato nel mio viaggio difficilmente sono scrivibili in un pezzo, sono le sensazioni di un 24 enne che sognava l’Irlanda da circa 10 anni, sognava la “sua” Irlanda. Se la immaginava come un luogo magico e pieno d’atmosfere,ed è stato realmente così. In conclusione posso solamente dire che quello in Irlanda è un viaggio che consiglio fortemente, nella speranza che l’isola un giorno possa tornare ad essere una sola, mi congedo con il saluto rivoltomi da un ragazzo irlandese: “Tiochfaid àr là” ovvero  “Il nostro giorno verrà”.

 

 

 

 

 

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Luigi A.

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