Quanto ci resta da vivere? – Dio esiste e vive a Bruxelles

Cosa farei sei sapessi quanto mi resta da vivere?

Continuerei la vita di tutti i giorni o scapperai lasciando tutto e tutti?

È la domanda che ci pone il film Dio esiste e vive a Bruxelles, diretto da Jaco Van Dormael, con Benoît Poelvoorde, Pili Groyne e Catherine Deneuve, uscito in Italia il 26 novembre 2015.

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La pellicola narra di un Dio annoiato ed egoista, che si è divertito a creare il mondo e gli uomini per aizzarli tra di loro in suo nome e vederli soffrire in una vita di routine costruita da lui tramite un pc. Dio (Benoît Poelvoorde) vive chiuso in un trilocale a Bruxelles con una moglie resa schiava e una figlia di dieci anni. Frustrato e invidioso del suo figlio primogenito JC (Jesus Christ) che è scappato, da quella prigione, con l’intento di predicare l’amore e l’uguaglianza tra gli uomini, passa tutto il giorno davanti al pc, tra birre e sigarette, creando le leggi della vita umana che riempie di molta sofferenza e di poca gioia, necessaria solamente per dare vane illusioni alle persone. Un giorno, sua figlia Ea (Pili Groyne) decide, per ribellarsi al padre padrone, di scappare di casa e di inviare tramite sms la data di morte a tutto il mondo, restituendo agli uomini la coscienza della loro fine sulla Terra. Questo scatena in Dio la paura di perdere il suo potere sull’umanità e va quindi alla ricerca della figlia per le strade di Bruxelles. Ea, consigliata dal fratello, decide di cercare altri sei apostoli per scrivere il nuovo nuovo testamento, testo dove verranno narrate le loro esperienze di vita. Interessanti sono le vite di queste sei persone, tra cui Catherine Deneuve, e delle loro reazioni alla notizia del loro decesso ormai fissato. C’è chi non vuole cambiare nulla, chi compra un fucile, chi lascia il marito, chi parte per fare il giro del mondo e chi spende tutti i suoi averi con le prostitute. E poi c’è un ragazzino, Willy, che sapendo di avere solo 54 giorni di vita decide di diventare una ragazzina andando a scuola vestito con un bellissimo vestito rosso. Non vi anticipo il finale, ve lo lascio immaginare, con un Dio estradato e la moglie che finalmente prende il controllo del pc, ma la domanda che non riesco a togliermi dalla testa non appena finito il film è sempre la stessa. Cosa farei sei sapessi quanto mi resta da vivere?

Perché devo continuare ad affittare le ore della mia vita al mio capo ufficio? Perché devo essere fedele a mia moglie? Perché devo essere schiavo del mio smartphone al quale tengo più dell’aria che respiro? Perché devo cercare ossessivamente il giudizio positivo degli altri?

La riposta è che non c’è risposta.

Posso continuare a vivere come se non morissi mai o come se dovessi morire domani.

O meglio ancora non pensarci proprio e continuare a guardare facebook sperando di ricevere un mi piace in più sul mio selfie pubblicato 10 minuti fa.

Marco Passarello

Foto @Web

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