Allevi apre il suo “Alien World Tour” a Roma: la musica torna ad emozionare

“Stiamo tornando nel Rinascimento italiano, dove l’artista deve essere un po’ filosofo, un po’ inventore, un po’ folle, deve uscire dalla torre d’avorio e avvicinarsi al sentire comune.” – Giovanni Allevi

È un palalottomatica calorosissimo quello che accoglie l’entrata di un Allevi nei soliti panni casual che lo contraddistinguono in ogni situazione: sono per lui immancabili jeans, t-shirt e converse ai piedi, che gli permettono di raggiungere di corsa il SUO palco passando in mezzo ai SUOI sostenitori.
Questa è la “follia” dell’artista: Giovanni Allevi non si avvicina al pubblico. Lui ne fa parte. “Vorrei abbracciarvi uno ad uno” dice a metà concerto, sentendo gli applausi e le grida entusiaste dei presenti. Ma visto che concretamente non è possibile cerca di farlo nel modo in cui gli viene meglio. Fa parlare il suo alter ego, quel pianoforte con cui sembra formare un tutt’uno, partendo sulle note di “Abbracciami”. E il palco girevole mostra la sua attenzione nei confronti degli ascoltatori: tutti possono seguire i suoi movimenti e le sue danze sui tasti bianchi e neri del suo strumento preferito.
La sua musica, classica e contemporanea allo stesso tempo, è ricca di energia e sentimenti. Allevi SUONA. E lo fa con un’autentica passione, come svelano le sue mani che sfiorano il pianoforte, lo accarezzano, lo sentono, lo vivono, come in “Secret Love” (brano con cui apre la serata), e lo sfidano in un duello di resistenza e abilità nell’esecuzione di “Piano Karate”. Le note riempiono l’aria di un Palalottomatica completamente muto, catapultato in un’atmosfera vellutata, in cui basta ascoltare la parte umana di uno strumento che ci parla, in un’altra lingua, come fosse un alieno, che non vuol far altro che insegnarci un nuovo modo di comunicare. “Noi che siamo Alieni abbiamo un’anima inafferrabile, che si ribella ad essere piegata a schemi predefiniti, ad essere omologata”. Quest’anima aliena traduce tutto ciò che vive, in melodie che permettano di percepire le stesse emozioni in chi non le ha concretamente vissute. È questo il punto di forza di quest’artista filosofo.
Parte dunque così questa prima tappa capitolina del nuovo “Alien World Tour”, (con ultima data il 20 Aprile a Ragusa), in un 19 Febbraio in cui Roma è rapita da un Giovanni Allevi che, seppur influenzato, non fa fatica a trasmettere la dolcezza, la passione e la forza di un disco come “Alien”, uscito lo scorso 28 settembre, passando però anche per i suoi grandi successi come “Back to Life”, “Come sei veramente” e finendo con “Japan”, pezzo scritto a soli 17 anni e suonato 14 anni fa allo stesso Palazzetto dello Sport di Roma all’apertura del concerto di Jovanotti, che in lui ha creduto fin dall’ascolto della prima nota.
Di strada ne ha fatta quest’alieno da allora, riuscendo a conquistare cuori di ogni età e dando inizio a una trasmutazione genetica. Chissà quanti alieni sono nascosti intorno a noi e quanto sarà dolce scoprire la dolcezza di queste anime. Iniziamo a tendere le orecchie, augurando buona fortuna a Giovanni Allevi per questo nuovo tour in giro per il mondo, con la speranza che ispiri nuove ignote composizioni.

Cristina P.

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One Response to Allevi apre il suo “Alien World Tour” a Roma: la musica torna ad emozionare

  1. Emanuele ha detto:

    A quanto pare l’assolo new è entrato davvero in moto, ottimo articolo,ottimo pezzo davvero, mi sono emozionato tantissimo,continuate così ragazziii continua così crii sei GRANDEEEE!

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