Playing for Change : quando la musica diventa strumento di civiltà

band-group-argentina-rooftopConnettere, ispirare e portare la pace in tutto il mondo.

Questo il motto dei Playing for Change, supergruppo ideato dalla mente multiforme di Mark Johnson, ingegnere del suono, regista e produttore musicale. La band formata da artisti di strada provenienti da ogni parte del globo esegue cover di canzoni celebri suonate con strumenti tipici tradizionali seguendo “l’ispirazione” del momento. Nel 2002 M. Johnson e la produttrice,  filantropa Whitney Kroenke fondano il Playing for Change Movement, con l’obiettivo di portare un cambiamento positivo nel mondo attraverso la musica e l’educazione artistica.

Stando alle parole dello stesso Johnson tutto ha inizio con un’ intuizione nella stazione della metropolitana newyorkese. Tra la folla caotica dei passanti indaffarati e frenetici, si scorgono due monaci orientali vestiti di bianco. I due iniziano a suonare e tutti gli astanti rimangono pietrificati dalla dolcezza di quelle note, che calmano gli animi turbolenti e dissipano per un’ attimo, lo stress cittadino.
Dopo questo episodio Johnson decide di costruire un’ apparecchiatura di registrazione mobile per catturare i momenti magici della musica performata in strada.
C’è un artista in particolare che da il là al progetto Playing for Change, il suo nome è Roger Ridley, cantante e chitarrista di strada noto come “la voce di Dio“. Un vero bluesman americano che ha portato la sua musica in ogni luogo di New York. Quando Johnson gli chiede cosa lo ha spinto a diventare uno street-performer Ridley risponde:

Ridely R.“Man I’m in the Joy business. I come out here to be with people”
La sua versione di “Stand by Me” eseguita per le vie di Santa Monica, in California, colpisce fortemente Johnson, tanto da suscitargli l’idea di registrare la stessa canzone reinterpretata da artisti provenienti da ogni parte del mondo: dalla Spagna al Sud Africa, dal Nepal all’ Irlanda e poi ancora in Sud America, Mali, Ruanda, Francia, Italia. Successivamente in studio, Johnson esegue il missaggio delle varie registrazioni e ottiene una traccia musicale che chiamerà “Song Around the World”.
Fino al Dicembre 2014 “Stand by Me” dei Playing for Change ottiene su You Tube più di 70.000.000 di visualizzazioni, e ancora oggi è uno dei video più cliccati.
Nel repertorio dei Playing for Change figurano cover di artisti che hanno ispirato il sentimento di pace nelle generazioni, come: Bob Marley, Tracy Chapman, Bob Dylan e John Lennon. Grazie a queste cover la band ecumenica porta all’attenzione dei paesi globalizzati ,non solo la testimonianza di tradizioni che si stanno perdendo, ma anche un forte messaggio: la musica ha il potere di unificare i popoli e le divergenze!
Si può vedere il dietro le quinte del lavoro di Mark Johnson e degli artisti dei “Playing for Change” nel documentario “A Cynematic of Street Music”.
Oggi il supergruppo dei Playing for Change calca la scena dei palchi di tutto e il mondo, vantando tra l’altro la collaborazione di guest-stars del calibro di Manu Chao , Bono, Stephen Marley e Keith Richards.
Nel 2007 Johnson e la Kroenke fondano un’ organizzazione no-profit che prende il nome dall’omonimo gruppo, con lo scopo di ispirare le persone al tema della pace, e supportare attivamente la creazione di scuole di musica nei paesi del terzo mondo.
La Playing for Change Foundation si occupa inoltre, di fornire aiuti concreti quali acqua, cibo, medicine, vestiti, tecnologia, libri e materiale didattico per i popoli in difficoltà.
Ai bambini viene insegnato che le loro tradizioni ed eredità culturali si connettono con quelle dei loro coetanei di tutto il mondo e quindi nessuna cultura ha un primato sull‘altra.
Se la scommessa di civilizzazione del colonialismo e dell’imperialismo fino ai giorni nostri, si è sempre rivelata fallace, portando ad abusi, espropriazione culturale e territoriale, il potere della musica può finalmente cambiare le cose, e farci prospettare un futuro migliore.

Cristiano P.

Foto @  https://playingforchange.com/

 

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