29 Giugno: tuffo al mare, o passeggiata in Città?

Una Roma assolata e dalle alte temperature estive quella che stamattina si è svegliata pronta a festeggiare, come ogni 29 giugno, i suoi Patroni Pietro e Paolo, caduto quest’anno in un mercoledì che non dà scampo neanche a un “ponte”.

Nella capitale questa ricorrenza è sentita soprattutto come un giorno in cui staccare dal frenetico tran tran quotidiano, concedendosi un giro per la città e i suoi musei o una “gita” al mare, e vissuta con un po’ di risentimento da parte degli studenti che, con il loro inevitabile sguardo alla scuola, spesso pensano: “se almeno fosse stato durante l’anno scolastico sarebbe stato un giorno in meno di lezione..” Oltre ai tanti eventi culturali offerti dall’estate romana (i Korn a Rock in Roma, il ritorno della Kermesse itinerante “Toccata e fuga” quest’anno davanti al Teatro dell’Opera con improvvisazioni di canto e musica dalle 18 di oggi pomeriggio), numerose saranno le celebrazioni  religiose, distribuite nelle chiese cittadine e con particolare rilievo a quelle riservate alle due Basiliche. Ci sono infatti tradizioni ripetute ogni anno in tale giorno tra le qual non possiamo non citare: l’imposizione del Pallio (una specie di sciarpa bianca di lana) da parte del Papa ad alcuni vescovi della metropoli, rinsaldando così l’idea di un Vaticano comunque vicino alle alte autorità delle chiese cittadine; famoso poi il  bacio del piede dell’imponente statua in bronzo di S. Pietro situata nella Basilica al Santo dedicata, ornata per l’occasione di un “piviale” rosso (paramento a forma di mantello). Inoltre la commemorazione si chiuderà  all’imbrunire con la celebre processione per le vie della Città Eterna, durante la quale si porta la catena di San Paolo, 14 anelli di ferro conservati solitamente nella Basilica Ostiense. Importanti da ricordare poi le storie legate ai due Santi e ormai consolidate nella memoria dei romani secondo le quali i due Apostoli furono entrambi rinchiusi nel Carcere Mamertino, ai piedi del Campidoglio, dove Pietro convertì le guardie e le battezzò grazie a una fonte sgorgata dopo aver battuto sul terreno. I due furono poi divisi quando San Paolo venne condotto nell’attuale zona delle Tre Fontane sulla Laurentina, dove la storia narra che la sua testa avrebbe battuto tre volte a terra, nel momento della decapitazione, e in quei tre punti sarebbero sorte miracolosamente le Tre Fontane che danno appunto il nome al luogo in cui la Basilica dedicata al Santo sorge. Basilica a cui venne aggiunto l’appellativo di “fuori le mura” perché, a differenza di quella di San Pietro che sorge al centro della città e della Santa Sede assolvendo così alla missione da Gesù assegnatagli (quella di esser la “pietra” della Chiesa Universale del Vaticano), pur essendo costruita lontana dalla città doveva necessariamente sorgere sul sepolcro del martire. Sempre secondo la leggenda inoltre i due Santi si separarono all’inizio del loro martirio tra gli attuali numeri civici 106 e 108 a circa trecento metri dalla Basilica di S. Paolo fuori le mura, dove inizialmente fu eretta una cappella, e in seguito una chiesetta detta della “Separazione”, sopravvissuta fino al Novecento. Oggi troviamo nello stesso punto una lapide che, con poche parole incise, ricorda l’avvenimento. Questa dunque la storia che rapirà oggi parte dei cittadini romani e, soprattutto, dei turisti.

E voi.. Anche se non siete intenzionati a festeggiare, tenete d’occhio la mobilità, che a causa dei festeggiamenti potrà subire deviazioni di linee dei bus e provocare chiusure a chi viaggia in macchina. E se avete parenti o amici con questo nome ricordatevi di fargli gli auguri!

Cristina P.

Foto © Vincenzo M.

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