Rifiuti elettronici: la nuova frontiera dell’inquinamento globale

Rfiuti elettroniciLa tecnologia fa passi da gigante. Oggetti che fino a pochi anni fa sembravano solamente delle idee da film di fantascienza, adesso fanno parte del nostro vivere quotidiano. La diffusione massiccia di apparati elettronici ha generato un calo dei prezzi tale, che possedere, ad esempio, uno Smartphone multimediale, è alla portata di tutti. Anche i prodotti economici, hanno delle funzionalità minime che si adattano ad ogni utilizzo quotidiano, quasi da non rendere necessario l’acquisto di apparecchi costosi, che contengono funzioni ignorate dal pubblico di massa. Non è quindi necessario passare di volta in volta al modello successivo. Il marketing, però, non è dello stesso avviso. La pressante uscita di nuovi e più potenti apparati, sta portando all’abbondono immediato di ciò che funziona perfettamente e che viene cestinato a favore di nuovi acquisti. E’ recente la campagna pubblicitaria di un noto operatore telefonico, che invita a sottoscrivere un abbonamento, dove è previsto un cambio di cellulare con il modello successivo ogni 15 mesi. Apparentemente, queste manovre di mercato, non sembrano portare ripercussioni negative, ma la realtà, lontana dai nostri occhi, è ben diversa.

Rifiuti elettronici bimboAmbiente e popolazioni dei paesi cosiddetti arretrati, si trovano letteralmente sommersi dai rifiuti tecnologici. Alcune delle regioni più povere di Cina, Corea e Thailandia sono diventate delle discariche a cielo aperto. Montagne e montagne di carcasse di cellulari, computer, monitor, televisori; dalle schede più piccole agli schermi giganti. La quantità di questi ammassi di ferraglia è tale da ricoprire un’intera metropoli come Roma. Questi materiali hanno vita eterna e non sono in alcun modo biodegradabili; il danno ambientale è spropositato. L’ecosistema non è però l’unica vittima. Esistono, infatti, “cacciatori di rifiuti elettronici”, persone, tra le più povere di questi paesi, che si arrangiano a vivere, accumulando tonnellate di questa spazzatura, con il fine di riuscire a estrarre da questa, materiali preziosi. Probabilmente non tutti lo sanno, ma microprocessori, ed in generale le schede madri, contengono, se pur in proporzioni irrisorie, oro, argento e rame. Estrarre questi metalli “nobili”, richiederebbe sofisticati e specifici macchinari, oltre a protezioni idonee da parte degli operatori. I cacciatori, invece, utilizzano strumentazione improvvisata, spesso solventi e acidi. Questi sprigionano dei fumi altamente cancerogeni, che vengono inalati senza protezioni da uomini, donne e bambini. I veleni non perdonano nessuno ed in queste baraccopoli tra i rifiuti elettronici, ci si ammala e si muore di cancro in percentuali elevatissime.

La quasi totalità di questa spazzatura proviene da Europa e America. Il fenomeno non accenna ad avere arresti. Molto probabilmente, tutti, dovrebbero pensare due volte, prima di cestinare ogni anno il proprio computer o la propria televisione in virtù di un nuovo acquisto. Se proprio non si può fare a meno di cambiare, si deve cercare nel mercato dell’”usato”, è vero, all’apice della piramide, ci sarà sempre qualcuno che ha comprato il nuovo, ma si otterrà così una massiccia riduzione di quella che è diventata la spazzatura 2.0.

Vincenzo M.

Foto @Web

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