C’è crisi? Svuotiamo le carceri

Giorgio-NapolitanoE’ di questi giorni la notizia che per ridurre le spese dello stato, ormai arrivate alle stelle, il presidente Napolitano stia pensando di realizzare un decreto svuota carceri con riduzioni di pena e addirittura indulti.

Qui il problema è serio. Socialmente rilevante ed espressione totale di malgoverno e mancanza di idee. Stiamo vivendo un periodo di crisi senza precedenti, e tengo a sottolinare che la crisi ovviamente la passa chi i soldi non li ha mai avuti e non chi prima ne aveva tanti e adesso di meno. Spesso ci si trova a fare conti su conti, e non capita raramente che anche la persona più onesta del mondo, presa dallo spirito di sopravvivenza, inizi a rubare…

…le borse della spesa. Si, perchè chi ha fame non ruba gioelli. In un clima quasi da Far West, rilasciare malviventi più o meno pericolisi, in un sistema giudiziario che fatica già molto a elargire condanne, mi sembra francamente una barzelletta degna del primo premio. Cerco di mettermi nei panni dei nostri “illustri rappresentanti”. Sveglia alle 11:00 con cornetto caldo, probabilmente rimborsato come indennità di servizio (perchè un parlamentare deve essere nutrito nel corpo e nella mente), doccia calda, ma non troppo, perchè bollente fa male alla pelle, di corsa sull’auto blu, e in mezzo alla coda del traffico; no, effettivamente hanno corsie riservate, quindi niente traffico; ecco la brillante idea: “Svuotiamo le carceri per risparmiare milioni”.

Credo ci siano idee più efficaci. E non perdo tempo ad indicare tra quelle valide il taglio di stipendio di queste 945 capre, e non si offenda l’animale che tanto buon latte produce, perchè sarebbe come sparare sulla croce rossa, quello andrebbe fatto a priori. Ma gestire meglio il sistema carcerario potrebbe sicuramente riequilibrare le spese. I detenuti meno pericolosi dovrebbero essere impiegati fin da subito in lavori socialmente utili e non retribuiti. E non venite a dirmi che è sfruttamento, perchè le persone oneste lavorano per 5 euro l’ora, quello è sfruttamento! Ma il lavoro non deve essere fine a se stesso, ma portare il detenuto ad avere una riqualifica nella società al termine della pena, magari con delle certificazioni che garantiscono la sua reale efficienza in quel determinato campo. Ovviamente bisogna essere realistici, pochi assumerebbero ex galeotti, ma vista la situazione attuale, non c’è nulla da perdere.

Questa è un’idea lampo di quest’istante, giusto per far capire ai nostri cari ciarlatani, che mettendosi a tavolino con la voglia di cambiare le cose, qualche idea valida può venir fuori. Capisco che siamo in Italia e le parole “condono”, “indulto”, “grazia”, sono le preferite da tutti i furbetti del quartiere, ma qui si tratta di tutt’altro. Nella regolare amministrarione della giustizia, si finisce in galera per dei motivi socialmente rilevanti, ed aprire i cancelli non è la soluzione a niente.

Poi, dovesse trattarsi di una vicenda semplicemente mediatica atta a coprire l’eventuale grazia al sempre verde Silvio Berlusconi, scusandola con: “E’ capitato per caso che il decreto è uscito nello stesso periodo”, non ci è dato sapere. O forse si?

Vincenzo M.

Ti è piaciuto quest’ articolo? Clicca “Mi piace” sul box a destra o condividilo nel tuo Social Network preferito!

Volete scriverci? Utilizzate il modulo “Contattaci” !

Condividi sul tuo Social Network preferito!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.