8 Marzo, Festa della Donna: Cominciamo col non dimenticare…

8 Marzo 1908 – 8 Marzo 2012.

Da quel lontano 1908 ne è passato di tempo. Si è assistito al cambiamento del ruolo della donna negli anni, alla rivoluzione della sessualità, fino a giungere alla tanto agognata parificazione dei sessi. Ma è veramente così? Che cosa ha comportato questo cambiamento? Quando oggi si parla del sesso femminile cosa si pensa realmente? Manager, donne sul lavoro.. Ma com’è vissuta l’idea di donna emancipata dagli uomini?

Sono interrogativi che è quasi necessario porsi in questo 8 marzo 2012, visti i fatti di cronaca avvenuti (soprattutto in questi ultimi giorni) nel nostro paese.

Questa  festa, che oggi non vediamo che come una giornata in cui regalare (o ricevere) mimosa e una serata in cui uscire con le amiche “solo fra donne”, ha in realtà origini molto più profonde. Origini risalenti proprio a quell’8 Marzo 1908 prima citato: giorno in cui migliaia di operaie si ribellarono per ottenere maggiori diritti sul lavoro. L’inizio di un’appropriazione di ruolo, un ruolo fino a quel momento negato. La rivolta del sesso “debole”, che debole di certo non è mai stato.

Il fatto che la “giornata internazionale della donna”, celebrata ufficialmente dal 1977, continui ad esser onorata e sia ufficialmente entrata nella tradizione è dovuto alla necessità morale di commemorare le conquiste delle donne in campo sociale ed economico.

E sembra, oggi più che mai, importante ricordare la profondità di queste origini; infatti, a poco più di due mesi dall’inizio del nuovo anno, i fatti di cronaca si presentano già tragici: tantissime le donne uccise da uomini o vittime dei loro abusi. Casi di stalking, partner “gelosi”, così si dice.

31 le donne vittime da Gennaio di uomini violenti: sembra che le conquiste non siano tanto radicate nel cuore del sesso opposto, che anzi vede quest’evoluzione spesso (in casi limite ma sempre più frequenti) come una sopraffazione, un ruolo rubato a chi lo ha sempre avuto per diritto.

Proprio mentre si assiste a una tragica situazione di escalation della violenza sulle donne non può dunque che sconvolgere la sentenza della Suprema Corte di Cassazione sullo stupro di gruppo, la quale afferma che il giudice avrà la possibilità di disporre misure alternative al carcere per il “branco”. Insomma, agire in gruppo sembra quasi diventare un’attenuante, in questa visione.

Dov’è finito il rispetto per le donne?

E poi, non si rischia forse, in questo modo, di alimentare ancor più il vortice e di non uscire mai da questa latente arretratezza culturale da cui siamo avvolti?

Quindi è giusto festeggiare questa giornata, anche se sarebbe fantastico farlo in modo consapevole: dimostrando qualcosa, ricordando qualcosa. Le iniziative sono tante; dai musei gratis anche quest’anno per le signore, passando per la mostra “Mestiere donna” alla Casa della Memoria, fino all’originale “Le mele di Eva” nelle metropolitane di Roma (in cui persone famose reciteranno a memoria versi di autrici della città).

“Alle donne va peggio” diceva oggi un articolo sulla disoccupazione e sulla retribuzione dei giovani. Noi, donne del 2000, facciamoci avanti, continuiamo a lottare come quelle operaie di tanti anni fa perché le cose cambino davvero. Perché gli uomini che oggi commettano violenza sulle donne capiscano cosa questo significhi.

Detto questo, donne: buon 8 Marzo! Uomini: vedete le cose come realmente stanno. Aiutate a cambiare la situazione!

Cristina P.

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