Telethon: dove finiscono i finanziamenti?

ban_telethon_biobankIndipendentemente dalle credenze etiche, morali e personali, è sinonimo di correttezza sapere a cosa sono destinate le ingenti donazioni che la popolazione effettua a favore di questo ente, poichè la pressante kermesse mediatica, atta ad impietosire gli spettatori utilizzando testimonial più o meno credibili, lascia molti dubbi sulla realtà.

Bisogna però fare un piccolo passo indietro. Telethon significa letteralmente “maratona televisa” viene appunto dal nome composto Television e Marathon. In Italia, la fondazione Telethon è stata creata nel 1989 da Susanna Agnelli tramite l’incontro con la UILDM (Unionte Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) con il nobile intento di finanziare la ricerca per trovare cure per queste patologie rare spesso accantonate dai finanziamenti pubblici, ed è attualmente presieduta da Luca Cordero di Montezemolo.

Il nobile intento non è di per se criticabile, ma potrebbe diventarlo se le somme investite non hanno portato al giorno d’oggi a risultati tangibili, e in un’ Italia spaccata dalla contestazione pro-contro metodo Stamina e il relativo finanziamento di tre milioni di euro concessi, poi tolti e adesso di nuovo in bilico dopo la sentenza del Tar, viene da pensare perchè nessuno si è mai posto il problema se gli oltre trecento milioni di euro raccolti negli ultimi vent’anni da questa fondazione fossero  stati spesi bene. Il meccanismo mediatico è orchestrato talmente bene, che pochi si chiedono realmente se questi soldi portano effettivi risultati alla ricerca.

I proventi delle donazioni a Telethon negli ultimi anni sono serviti a finanziare un tipo di ricerca vecchia di  secoli, ovvero la sperimentazione scientifica su cavie animali. Un ente che si fa portavoce della ricerca non può macchiarsi nel 2013 di un crimine contro la natura. La sperimentazione animale che nel passato ha portato innovazioni e cure a molte patologie, è ormai solamente un business lucrativo, che non porta benefici alla ricerca, ma solo risparmio di denaro alle muanimal-experimentsltinazionali del farmaco, poichè costa molto meno utilizzare cavie piuttosto che metodi alternativi. La scusa che la comuntà scientifica continua ad utilizzare per giustificare tali procedure è che la sperimentazione animale è indispensabile, onde evitare spiacevoli effetti collaterali sull’uomo. Chiaramente non è così. Un farmaco viene approvato e immesso sul mercato, quando i benifici in termini percentuali sono superiori ai danni provocati dallo stesso, da nessuna parte pero’ viene indicato che il farmaco non ha rischi sull’uomo, anzi gli effetti collaterali dei farmaci utilizzati per la cura delle patologie più gravi come ad esempio quelle tumorali hanno effetti tossici che spesso affiancano nella stessa percentuale i benefici. Motivo per il quale, la sperimentazione su cavie non è sinonimo di futura sicurezza per l’uomo, e se ci aggiungiamo che animali sani, vengono fatti ammalare (nella migliore delle ipotesi) di proposito per poi utilizzare gli eventuali farmaci sperimentali, risulta molto chiaro che in atto vi è una violazione etica di alto livello.

La stessa Comunità Europea, dopo aver reso con una legge illegali le sperimentazioni animali per i cosmetici; eh si donne, la maggiorparte dei mascara, rossetti, e phard delle marche più famose (Rimmel, Maybelline, L’Oreal, ecc…) che utilizzate sono macchiati di sangue; sta pressando la comunità scientifica per utilizzare metodologie diverse anche nella sperimentazione farmacologica, per portare lo step della ricerca ad un passo successivo, con l’utilizzo di cellule staminali, tessuti umani ricreati in vitro, ed altro ancora che nel 2013 è realtà e non fantascienza.

La direttrice generale di Telethon Italia, Francesca Pasinelli, ha confermato in un’ intervista rilasciata nel 2012 al quotidiano nazionale Il Giornale, l’effettivo utilizzo dei fondi per la sperimentazione animale, appellandosi alla solita reiterata scusa dell’indispensabilità della stessa. Non solo, nonostante non ci sia al momento a disposizione di tutti alcun farmaco, o terapia ricavata dai finanziamenti degli ultimi vent’anni, la Pasinelli ha tenuto a precisare che esiste un farmaco ad oggi sperimentale utilizzato su 14 pazienti, giustificando che l’iter per l’approvazione è molto lungo. Un risultato che molto probabilmente è da giudicare scarso.

Le malattie rare, o le malattie comuni ma gravi, non devono essere oggetto di strumentalizzazione mediatica. Se viene considerato positivo il risultato di Telethon, cosa tra l’altro molto discutibile, poichè sembra un fallimento su tutti i fronti, perchè non si finanzia la ricerca sulle staminali, il quale risultato è ancora sconosciuto? C’è molta ipocrisia in tutto questo. Ognuno è libero di credere a ciò che vuole, di farsi le proprie idee, ma deve essere legittimo sapere a cosa sono destinati dei soldi, perchè ci sono persone, soprattutto quelle disperate che credono in questi enti e poi si ritrovano puntualmente a non avere risultati.

Riflettete, giudicate e fatevi delle idee, purchè siano le Vostre!

Vincenzo M.

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