Spot Grana Padano: quando l’antistrust dovrebbe, ma non interviene

grana-padano-il-buono-che-c-e-in-noiAvete presente la pubblicità del Consorzio Grana Padano, quella dove si vede l’erba verde, che alimenta la Vacca, che fa un ottimo latte, scelto dal vecchietto produttore di formaggi per fare il Grana Padano Dop? Qui non si tratta di fare la morale sull’allevamento intensivo degli animali da latte, argomento importante, ma al momento marginale rispetto al contenuto di questo articolo, bensì all’effetto che questa pratica produce sul prodotto finale e di conseguenza a quello che ci viene sponsorizzato dallo spot.

Bisogna andare con ordine. Il decreto legislativo del 2 Agosto 2007, n. 145 sulla pubblicità ingannevole, nel suo articolo 2 “definizioni” recita, tra le altre:

pubblicità ingannevole: qualsiasi pubblicità che in qualunque modo, compresa la sua presentazione é idonea ad indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali é rivolta o che essa raggiunge e che, a causa del suo carattere ingannevole, possa pregiudicare il loro comportamento economico ovvero che, per questo motivo, sia idonea a ledere un concorrente;

Qui, chiaramente non si lede un concorrente o un’azienda, bensì “le persone fisiche alle quali è rivolta” ovvero i consumatori finali.

Tantissime pubblicità nel passato hanno avuto dei controlli e delle revisioni, poichè presentavano un prodotto in maniera non veritiera rispetto al prodotto stesso, famoso è il caso di Somatoline e la “miracolosa” crema brucia grassi, ingannevole a livello tale che lo spot è stato cambiato. Tante altre hanno avuto questo destino, ma non quella del Grana Padano.

Non è complicato capire il perchè, basta utilizzare un po’ (ma davvero poca) di logica. Le vacche utilizzate negli allevamenti intensivi non brucano l’erba, quindi qui vi è già il primo inganno, poichè le aziende italiane che attuano ancora questo tipo di trattamento alle loro bestie, sono pochissime, tutte facenti parte a piccole comunità, con dei prodotti che difficilmente troveremo nei banchi del supermercato, prodotti invece che fanno parte del primo tipo di allevamento. Tale procedura provoca talmente tanto stress all’animale che quasi implorerebbe eutanasia, e non si può dire suicidio, perchè bloccate in pochissimo spazio, le vacche non avrebbero neanche la possibilità di uccidersi da sole, di conseguenza il latte che producono è scadente; inoltre, visto che viene consigliato anche ai bambini, ci troviamo di fronte all’ennesima presa in giro, poichè ormai è palese anche ai più, che il latte, dopo lo svezzamento non utile all’uomo ed è dannoso nell’individuo che si sta formando, la storia del calcio per le ossa che il latte dovrebbe fornire è una presa in giro che dura ormai da decine di anni, basta chiedere ad un nutrizionista, anche  il più votato al consumo di proteine animali principali, che vi spiegherà che il latte non è un alimento consigliato.

Gli elementi qui analizzati bastano a far comprendere che la pubblicità del Consorzio Grana Padano è ingannevole sotto diversi punti di vista. Molto probabilmente, l’idea radicata in noi che il prodotto in questione abbia un’altissima qualità a priori, non ci fa venire alcun tipo di dubbio, ma la realtà è ben diversa.

Questo ed altri tipi di formaggi tipici, sono delle realtà che si stanno via via perdendo, risucchiate da grossi gruppi imprenditoriali,  che non permettono più ai piccoli produttori, quelli del vero Grana Padano e di altri formaggi, di presentare i veri prodotti di alta qualità artigianale.

Il buono che c’è in noi, non lo troveremo al supermercato, non lo troveremo ad Expò, non lo troveremo in questo spot.

Vincenzo M.

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