La spesa etica: quello che il consumatore non sa o non vuole sapere
A volte in situazioni econoniche precarie, la scelta di un capo d’abbigliamento, per questioni di ovvie necessità ricade senza molti fronzoli su quello che ha il prezzo più basso. Ma altrettante o forse più volte, la scelta viene veicolata dalla moda e dal marketing ormai sempre più aggressivo che spinge il consumatore a comprare a scatola chiusa con le zucchine agli occhi e la bocca aperta, pronta ad ingurgitare aria senza filtri.
Sicuramente la stragrande maggioranza di noi acquista senza neanche sapere cosa c’è dietro a ciò che sta per portare a casa. Allora perchè non farsi qualche domanda in più e chiedersi da dove vengono quei Jeans, o quel bel maglione pagato 100 euro.
Non si tratta di una nicchia, bensì di noti brand, il primo che viene in mente è Dolce & Gabbana, ma anche Versace o moltissimi altri. Questi marchi ci illudono con del falso made in Italy, quando invece i prodotti vengono lavorati in Cina e Turchia, in barba alle leggi comunitarie, ai trattati dell’ONU e dei diritti umani. Si, probabilmente nessuno ci pensa ma il 99% di questi prodotti sono forgiati con il sangue. I laboratori tessili sono per le leggi di questi luoghi dei veri e propri “bunker legalizzati” dove uomini, donne e bambini, lavorano anche quindici ore al giorno, in condizioni igienico-sanitarie scadenti e pagati meno di una miseria. Per non parlare poi del processo di scolorimento dei nostri amati Jeans, vera e propria fabbrica di morte. Non è di certo questo il made in Italy che merita di essere sdoganato in tutto il mondo. Ma quello che fa pensare ancor più e che le alternative, non solo esistono, ma sono li, accanto a quei Jeans macchiati di crimini, e con prezzi spesso simili se non minori. Ma il consumatore è un comodista, non legge le etichette, non confronta, non fa ricerche, illuso e persuaso che quel prodotto sia valido, perchè bello e alla moda.
Comprare in maniera etica è più semplice di quel che sembri, e non ha, a discapito di chi dice falsità in proposito, costi maggiori. L’unica cosa che richiede è un po’ di intelligenza e quei cinque (non di più) minuti di valutazione, di confronto e di ricerca. Il discorso non vale solo per l’abbigliamento, ma per qualsiasi prodotto, che sia esso destinato ad essere divorato o utilizzato per l’igiene o il trucco. Leggete, fatevi delle domande, chiedetevi il perchè di tutto quello che ci circonda e se non trovate le risposte continuate a cercare, perchè sono li sotto i vostri occhi.
Acquistare senza danneggiare nessuno è possibile e non comporta rinunce. Serve solo un po’ di buon senso.
Italiani, svegliatevi perchè queste sono le metafore della nostra società, della nostra politica e della nostra vita. Se non riusciamo a cambiare il nostro quotidiano, non riusciremo a cambiare nulla.
Vincenzo M.
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