Radio Talking

Estratto da “L’Assolo Journal N°5” del Febbraio 2012, ma ancora attualissimo.

radio3Credo che la situazione italiana, nonostante il detto “anno nuovo, vita nuova”, non sia per niente buona, e non sia per niente “nuova”. Credo che la benzina ad un euro e ottanta sia una delle più grosse vergogne degli ultimi anni, ancor più, perché in questo prezzo mostruosamente alto, ci paghiamo altre vergogne, di tanti (ma neanche troppi) anni addietro. Credo che gli italiani si siano rotti il cazzo di essere presi per il culo, di pagare l’ICI anche per quelli che non lo pagano in “nome di Dio”. Credo che questo Dio, da qualche parte ci sarà, ma credo anche che questo Dio, il cinque del mese, non ti aiuta a pagare l’affitto. Credo che  quando un uomo o una donna arrivano a tagliare dei traguardi importanti, ci riescono per le proprie capacità, e non di certo perché l’Altissimo c’ha messo lo zampino, ma credo anche che i traguardi importanti, molti li tagliano leccando i piedi. Credo che la politica italiana sia morta a Roma, il 9 Maggio del ’78, insieme ad Aldo Moro, e che da quel momento, si sia trasformata in un teatro di burattini, dove chi muove lo spettacolo, non è il popolo.  Credo che difficilmente ci sarà una Juventus forte come quella di Fabio Capello del 2006, ma questo non significa che quella di Antonio Conte, non possa essere forte in maniera diversa.  Credo che per un giovane come me, nel 2012, alzarsi la mattina e convincersi che una speranza c’è, sia difficile, ma è anche vero, che se si smette di sperare non si proverà mai a fare qualcosa, e se non si prova a fare qualcosa, difficilmente qualcosa cambierà. Allora credo, credo a chi la mattina si sveglia alle tre per andare a fare il pane; a chi alle tre ci va dormire, pensando a qualche idea per potercela fare; a chi a 20 anni lascia la sicurezza della tetta di mamma, e va alla scoperta del mondo; credo a chi lotta tutti i giorni con 600 euro al mese; credo nella faccia pulita dell’Italia, ma non quella falsa delle pubblicità di alcune automobili, ma di quella vera, di chi ancora, come me, CI CREDE.

Credo di aver detto tante stronzate; credo… ma sono sicuro di no!

Vincenzo M.

Liberamente ispirato dal monologo di Ivan Benassi (Radiofreccia – 1998)

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